il bondageChe cosa vuol dire la parola bondage? Vuol dire “costrizione”,”soggezione”, o “legare” con corde e altro. Impedire il movimento e quindi la libertà di azione del corpo, anche di vedere, sentire e parlare, fa parte della disciplina del bondage, e quindi delle attività erotiche del Bdsm. L’arte del bondage comporta esperienza e dimestichezza con le corde, che possono essere di cotone, di canapa o di juta. Una Mistress può legare il suo schiavo iniziando da mani e piedi per poi passare a tutto il corpo con specifici e precisi nodi, anche realizzando sospensioni, e quindi privare il corpo del sottomesso di qualsiasi contatto con il suolo.

Dall’Asia ma soprattutto dal Giappone sono nate queste tecniche di torture, dove i legamenti impediscono il fluire del sangue nel giusto modo, lasciando anche evidenti segni sulla pelle. Per questo motivo bisogna fare molta attenzione e non improvvisarsi “bondager”. Vi sono dei corsi specifici di esperti che vi insegnano come si lega correttamente. Se state legando una persona sottomessa si può anche imbavagliare, incappucciare o bendare, e fondere queste azioni con solletico, fustigazione, bruciare con la cera e altri tipi di torture.

Inoltre, accompagnando il dolore fisico a quello psicologico, la sessione risulta più appagante e degna di una vera pratica Femdom tra la Mistress e il dominato. Anche la mummificazione fa parte del bondage, cioè si immobilizza completamente il corpo, con nylon o altri materiali, proprio come una “mummia”. Togliere il respiro e impedire ogni pulsazione dei sensi, è la logica di questa particolare pratica, oltre a legare nelle posizioni più scomode.

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